La Dieta Ancestrale – La Composizione dei Pasti

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Composizione dei pasti

La posizione generale di S. nella composizione giornaliera del menù è la seguente:

PRIMA COLAZIONE

cioccolato nero (senza abusarne)

miele

1 frutto di stagione

1 frutto secco

1 caffè o tè o meglio tisana di cicoria

PRANZO

1 crudità

1 verdura

Oleaginoso

2 tipi di frutti

CENA

1 crudità

1 legume

1 carne o 1 salume crudo o 2 uova crude o 1 pesce o 1 prodotto di mare

2 tipi di frutti

Non è comunque obbligatorio consumare tutti gli alimenti proposti, si possono togliere uno o più prodotti a seconda dello stimolo della fame.

Il consumo di proteine animali è limitato ad una volta al giorno, questo previene un eccessivo apporto di acidi.

Logicamente la tabella di sopra è solo un suggerimento, sono possibili molte altre composizioni di menù, l’importante è seguire i punti chiave della dieta.

Quantità di viveri

Il principale obiettivo del cambiamento nutrizionale è dato dalla qualità. Si punta a introdurre nell’organismo umano molecole che gli corrispondano e ad escludere quelle che non gli corrispondono.

Il problema quantitativo è meno importante, tuttavia è sempre preferibile mangiare poco piuttosto che troppo, i pasti eccessivi comportano maggior lavoro per gli enzimi, le mucine, gli enterociti, le cellule epatiche e viene aumentato il numero di rifiuti di origine alimentare o batterica.

E’ comunque raccomandabile un certo grado di frugalità, studi hanno dimostrato che gli animali nutriti con moderazione vivono in media due volte più a lungo di quelli che mangiano fino a sazietà.

Assunzione di fermenti lattici

I lattobacilli sono germi normalmente presenti nell’intestino, il loro apporto quotidiano modifica progressivamente la composizione della flora batterica intestinale. L’alimentazione moderna è spesso causa della formazione di una flora da putrefazione, ricca di batteri pericolosi. I lattobacilli favoriscono la transizione verso una flora da macerazione, decisamente più fisiologica.

  • riferisce che è abituato a prescrivere 2 capsule di Ergyphilus al giorno per un periodo di almeno tre mesi, questo è un prodotto in capsule che proteggono i bacilli dall’azione distruttiva dei succhi gastrici, liberando il loro contenuto nell’intestino tenue.

Si può anche prendere una fiala di Nutrabase o una bustina di Lactibiane al giorno, in questo caso l’azione non è protettiva, ma permette il raggiungimento di grandi quantità di bacilli che andranno a colonizzare il duodeno.

  • poi riferisce anche di un nuovo prodotto, che lui ritiene molto promettente, il Lactospectrum, che associa 10 ceppi di germi e probiotici.

Un’interessante alternativa consiste nel somministrare 3 capsule al giorno di L Base per 10 giorni, si tratta di un siero fermentato, ottimo nutrimento per i batteri saprofiti della flora batterica, possiede inoltre un’azione vitalizzante sugli enterociti.

Egli consiglia anche l’assunzione di preparati il cui scopo è la protezione della barriera intestinale, come Ultra Clear Sustain e Ultra Inflam X.

Il non consumo di cereali e latticini, l’ingestione di alimenti crudi e l’assunzione di fermenti lattici hanno un’azione benefica sul funzionamento intestinale e ne normalizzano anche il transito.

Vitamine

La migliora fonte di vitamine è un’alimentazione varia e biologica, l’inquinamento tuttavia concorre a far diminuire la quantità di vitamine presenti nel cibo.

Generalmente ritiene utile un apporto delle vitamine liposolubili A,D,E,K e delle idrosolubili B1,B2,B5,B6,B12,C , ponendo attenzione ad eventuali sovradosaggi causati dalle vitamine A e D.

Consiglia l’assunzione di vit. C a dosi moderate, in quanto non crede che il funzionamento così complesso del nostro organismo, con le sue migliaia di reazioni enzimatiche, possa essere così fortemente dipendente da un’unica molecola come ritiene Pauling, inoltre ritiene che la vit.C, antiossidante a dosi fisiologiche, diventi pro-ossidante a dosi elevate.

Egli è solito prescrivere Biocèbè, che associa 10 vitamine e citroflavonoidi, mentre quando vuole insistere sulle vit. C ed E aggiunge Anti Ox 200 (C,E,selenio), in questi prodotti le vitamine si trovano sotto la loro forma nativa, in polvere di frutta e verdura.

Magnesio

L’alimentazione moderna è di solito troppo ricca di sodio e calcio e povera in potassio e magnesio. La riduzione del consumo di sale e l’esclusione dei latticini normalizzano l’apporto di sodio e calcio, mentre il consumo di grandi quantità di frutta e verdura aumenta gli introiti di potassio. Per il magnesio prescrive Mag2 (pidolato di magnesio) e il cloruro di magnesio.

Altri minerali

Tra le varie formule presenti in Francia, preferisce Ergybiol, che contiene 29 minerali in forma unica.

Le variazioni di peso

Su un campione di 100 volontari, la dieta ipotossica fa prendere peso ad un soggetto, lo mantiene costante a 19 e ne fa dimagrire 80.

La perdita di peso è però lenta e progressiva, in media 1 Kg ogni 15 giorni. Quando il tessuto adiposo superfluo è fortemente diminuito, non è raro che la persona riprenda 2 o 3 Kg.

In certi casi, peraltro eccezionali, il dimagrimento è troppo veloce e troppo marcato, questo può essere accompagnato dall’intercorrenza di altre patologie, probabilmente alla fuoriuscita improvvisa dal sangue di rifiuti lipofili, in questi casi bisogna interrompere la dieta e riprenderla in modo progressivo.

Le depurazioni

La fase iniziale del cambiamento nutrizionale viene spesso disturbata da piccoli malanni, che corrispondono al’eliminazione da parte delle molecole indesiderate, nel libro c’è un intero capitolo che parla di questo argomento.

Dopo questo periodo spiacevole, si raggiunge spesso un periodo di benessere, l’appetito aumenta, l’energia e il morale migliorano, alcuni suoi pazienti descrivono un’impressione di pulizia fisica e psichica.

Le carenze eventuali

L’abbandono del consumo di cereali e latticini fa temere ai pazienti di avere un’alimentazione carente di certe sostanze. S. ci tiene a rassicurare che la dieta ipotossica provvede in modo ottimale ai fabbisogni di glicidi, lipidi e protidi, ed è ricca di minerali e vitamine, essendo molto abbondanti nei cibi crudi.

Contrariamente ad una opinione comune, l’eliminazione del consumo di latte e dei suoi derivati non provoca nessuna carenza nell’apporto del calcio, né una maggiore tendenza all’osteoporosi, infatti:

il latte causa certamente un ingresso di quantità importanti di calcio, ma la maggior parte di esso non viene assorbito, perché precipita sotto forma di fosfato di calcio, che verrà in seguito eliminato con le feci. L’eliminazione è comunque un fatto fisiologico, in quanto il latte di mucca contiene quantità di gran lunga eccessive di calcio rispetto al fabbisogno umano;

le verdure e la frutta apportano quantità di calcio sufficienti

nessun animale selvatico soffre di osteoporosi, anche se non bevono latte dopo lo svezzamento

il ruolo preventivo del forte apporto di calcio in caso di osteoporosi non è dimostrato, infatti l’osteoporosi non è dovuta ad una carenza di calcio, ma all’associazione di diversi fattori, alcuni ereditari ed altri acquisiti, che causano un’eccessiva attività degli osteoclasti, a cui consegue un eccesso di distruzione della matrice ossea, non compensata da una risposta appropriata degli osteoblasti. Le uniche sostanze che hanno dimostrato di avere qualche azione nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi sono gli estrogeni, il raloxifene e i bifosfonati, quindi non è sorprendente che il controllo dei volontari che seguono la dieta ipotossica non abbia mai mostrato una tendenza all’ipocalcemia né all’osteoporosi. Se l’osteoporosi era già presente prima del cambiamento nutrizionale, si potevano osservare due situazioni:

30 volte su 100, l’osteoporosi continua la sua evoluzione allo stesso ritmo di prima;

70 volte su 100 l’osteoporosi si stabilizza, con talvolta una parziale ricostruzione.

S. comunque non è contrario all’assunzione di calcio, finchè le dosi rimangano moderate.

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lorenzo maini

vivisanoefelice@gmail.com